Sono validi gli accordi prematrimoniali in Italia?
La domanda se siano validi in Italia gli accordi prematrimoniali in questo periodo permette una risposta a metà. Dopo importanti modifiche in tema di diritto di famiglia che hanno portato, su tutto, il divorzio breve, è giunto in Parlamento un disegno di legge dedicato al tema degli accordi prematrimoniali.
Come su ogni questione di peso, anche su questi accordi è in corso un ampio dibattito. Al centro vi è una questione cruciale: la possibilità di ammettere accordi che regolino i rapporti economici e patrimoniali tra i coniugi, ancora prima dell’inizio della crisi di coppia, addirittura prima della celebrazione dell’unione.
Questi accordi sono permessi da anni, e ampiamente utilizzati, nel mondo anglosassone: pensiamo a quanto spesso ci capita di leggere sulle cronache rosa di accordi milionari sottoscritti dalle star hollywoodiane al momento del matrimonio in previsione di un futuro divorzio.
Scopo degli accordi prematrimoniali
Quando una coppia decide di sposarsi, difficilmente prende in considerazione l’ipotesi che un giorno la relazione possa finire. È un’eventualità a cui non si pensa, perché il sentimento è forte e si è convinti che possa durare in eterno.
I problemi possono subentrare quando l’affetto s’indebolisce e si deve affrontare il fallimento del proprio matrimonio.
La separazione spesso diventa la sede in cui ciascun coniuge, trascinato dal rancore e dalla rabbia, rivendica i propri diritti e interessi, scaricando ogni responsabilità sull’altro.
In questa fase si scopre quanto sarebbe stato utile aver deciso tutte le questioni con un accordo prematrimoniale. Lo scopo di tali accordi è, infatti, quello di rendere meno litigiosa la fine del matrimonio.
Marito e moglie possono disciplinare, in qualsiasi momento, i loro rapporti patrimoniali nell’ottica di un’eventuale separazione o divorzio. Parlare di queste problematiche in periodo di serenità della coppia, prima o durante il matrimonio, permetterebbe di raggiungere un accordo più rapidamente e più facilmente, oltre che più civilmente, rispetto a quando la relazione è già entrata in crisi.
Cosa potrebbe essere regolato con un accordo “prematrimoniale” o “in vista della separazione o del divorzio”
Gli accordi potrebbero, per esempio, disciplinare il riconoscimento di un assegno di mantenimento (periodico o una tantum), ma anche regolare la gestione dei figli o la spartizione dei beni comuni. Non potrebbero invece incidere in alcun modo sui diritti e obblighi inderogabili che derivano dal matrimonio, come il diritto agli alimenti e il dovere di assistenza morale e materiale.
Secondo la proposta di legge in discussione se il contenuto degli accordi prematrimoniali riguardasse i figli sarebbe necessaria l’autorizzazione del Giudice, per valutare che i diritti dei minori fossero tutelati dalle decisioni concordate tra i genitori.
Altro aspetto considerato dalla proposta di legge è quello della modalità di redazione degli accordi che avrebbero validità solo se riportati in atto pubblico da un notaio in presenza di due testimoni, per garantire che le dichiarazioni in esso contenute siano state espresse in piena libertà e consapevolezza.
Già da qualche tempo i Giudici stanno lasciando più liberi i coniugi di decidere sulle questioni patrimoniali in fase di separazione o divorzio, ma una regolarizzazione nel senso appena descritto avrebbe un impatto dirompente sul nostro sistema attuale quindi è positivo, ad oggi, che ci sia un’apertura in questa direzione e che sia in corso una seria discussione che speriamo giunga velocemente a compimento.