Scioglimento dell’ unione civile: il divorzio nelle coppie omosessuali| Avvocato divorzista
Lo scioglimento dell’ unione civile per le coppie omosessuali è simile al divorzio delle coppie sposate e consente di porre fine al rapporto regolato civilmente, con l’assistenza di un Avvocato divorzista. Sia la procedura che le conseguenze sono simili a quelle indicate nella legge per lo scioglimento del matrimonio.
Cause di scioglimento dell’unione civile
Lo scioglimento dell’unione civile può essere automatico o volontario.
Lo scioglimento automatico si verifica in caso di morte di una delle parti, di dichiarazione di morte presunta e di rettifica del sesso.
Lo scioglimento volontario può essere congiunto o su istanza di una sola delle parti.
Nella maggioranza dei casi la coppia omosessuale giunge a chiedere lo scioglimento dell’unione quando desidera rompere il rapporto esistente.
Anche per le unioni civili, tuttavia, sono previste le cause di scioglimento stabilite dall’articolo 3, numero 1) e numero 2), lettere a), c), d) ed e), della legge sul divorzio ossia, a titolo esemplificativo:
- quando uno dei due sia stato condannato all’ergastolo, o ad una pena detentiva maggiore di 15 anni, per reati a sfondo sessuale;
- quando uno dei due sia stato condannato all’ergastolo, o ad una pena detentiva maggiore di 15 anni per omicidio volontario di un figlio o tentato omicidio di un figlio o del coniuge/partner;
- quando uno dei due ha celebrato, all’estero, un nuovo matrimonio o una nuova unione o è stato ottenuto l’annullamento del rapporto in essere.
Procedura congiunta per ottenere lo scioglimento dell’unione civile
Se le due persone unite civilmente sono concordi nel chiedere lo scioglimento dell’unione devono fare una dichiarazione presso l’Ufficiale di stato civile ed attendere tre mesi.
Al termine di questo periodo la coppia può:
- rivolgersi ad un Avvocato divorzista per far redigere un ricorso da depositare nella cancelleria del Tribunale competente, contenente le condizioni previste per lo scioglimento dell’unione (accordi relativi a beni o trasferimenti patrimoniali, eventuale contributo al mantenimento ecc.) e comparire dinanzi al Giudice per un’unica udienza;
- rivolgersi ad un Avvocato divorzista per redigere un accordo di negoziazione assistita (vai al post Scioglimento dell’unione civile senza andare in Tribunale);
- prestare una dichiarazione congiunta dinanzi all’Ufficiale di stato civile.
Anche nel caso in cui ci sia un accordo sulle condizioni dello scioglimento è sempre consigliabile rivolgersi ad uno Studio legale specializzato in materia, che sappia fornire alla coppia una consulenza mirata, al fine di tutelare i diritti dei soggetti coinvolti e di sottoscrivere un accordo che soddisfi le parti e regoli, in maniera giuridicamente corretta, le questioni patrimoniali della coppia.
Procedura giudiziale per ottenere lo scioglimento dell’unione civile
Se le due persone unite civilmente non sono concordi nel chiedere lo scioglimento dell’unione, la parte interessata deve fare una dichiarazione presso l’Ufficiale di stato civile ed attendere tre mesi.
Al termine di questo periodo la persona può:
- rivolgersi ad un Avvocato divorzista per far redigere un ricorso da depositare nella cancelleria del Tribunale competente, per ottenere lo scioglimento giudiziale dell’unione civile. In questo modo inizierà una vera e propria causa che deve seguire le tempistiche del processo civile e può durare, in caso di elevata conflittualità, anche uno/due anni;
- rivolgersi ad un Avvocato divorzista per redigere un accordo di negoziazione assistita (vai al post Scioglimento dell’unione civile senza andare in Tribunale).
È sempre consigliabile rivolgersi ad uno Studio legale specializzato in materia, che sappia fornire una consulenza mirata, al fine di tutelare i diritti della parte nella regolamentazione dei rapporti personali e patrimoniali.
È bene precisare che anche nel caso in cui la procedura inizi giudizialmente può sempre essere consensualizzata nel caso in cui le parti trovino un accordo.
È prevista la separazione prima dello scioglimento dell’unione civile?
No, non è previsto un periodo di separazione legale come per lo scioglimento del matrimonio.
Le parti devono solo attendere tre mesi dalla dichiarazione all’Ufficiale di stato civile prima di iniziare le procedure per lo scioglimento.
Mantenimento in favore della parte economicamente debole
La parte che dimostra di non avere la possibilità di provvedere al proprio sostentamento può chiedere un contributo al mantenimento periodico.
La rappresentazione delle situazioni patrimoniali e di tutte le attività economicamente rilevanti della coppia permetteranno al Tribunale di individuare in maniera obiettiva l’ammontare dell’assegno che spetta alla parte più debole.
Per questo motivo è importante chiedere assistenza legale ad uno Studio che possa non solo consigliare la parte dal punto di vista giuridico ma che possa contare su un team di Professionisti multidisciplinari, che operano su diversi livelli, anche all’estero nel caso in cui sia necessario, al fine di poter avviare indagini approfondite che chiariscano le condizioni economiche della famiglia.
Assegnazione casa familiare
La legge non prevede un diritto proprio della parte unita civilmente di rimanere a vivere nella casa familiare dopo lo scioglimento dell’unione.
Nel caso in cui la coppia trovi un accordo, invece, è possibile che anche chi non è proprietario della casa ottenga l’assegnazione.
Se una delle parti non dovesse avere i mezzi sufficienti per garantirsi un alloggio adeguato la valutazione rientrerà nella disamina collegata all’assegno di mantenimento oppure si potrà ottenere che l’altra parte versi una somma utile ai fini abitativi.
Se la casa è di proprietà di entrambi è auspicabile che le parti ed il loro Avvocati trovino la soluzione migliore per il caso concreto, per esempio vendere l’immobile per dividere la somma in base alle quote di proprietà, oppure liquidare la quota all’ex partner o ancora optare per un’assegnazione al comproprietario che ha meno possibilità economiche.
Se la casa è di proprietà di uno dei due partner con ogni probabilità rimarrà a vivere nell’immobile, salvo – come detto – un accordo contrario.
Diritto ad una quota del trattamento di fine rapporto dell’ex
Se una delle parti riscuote il trattamento di fine rapporto (TFR) dal proprio datore di lavoro (ad esempio per licenziamento, dimissioni o pensionamento) dopo l’introduzione della domanda di scioglimento dell’unione, l’ex potrebbe avere diritto al 40% della somma. Il calcolo della quota deve avere come riferimento gli anni in cui il rapporto di lavoro è coinciso con l’unione.
Per ottenere la quota del TFR l’ex partner deve essere titolare di un assegno di mantenimento periodico e non deve essersi sposato né aver contratto una nuova unione civile.
Diritti successori in caso di morte dell’ex partner
Quando uno dei due ex muore dopo lo scioglimento dell’unione l’altro non acquisisce la qualità di erede. Tuttavia esistono alcuni diritti di natura successoria che restano in vigore anche dopo lo scioglimento quali:
- la pensione di reversibilità (o indiretta o indennità per morte)
- l’assegno a carico dell’eredità
Per quanto riguarda la pensione di reversibilità essa spetta integralmente (nella quota di circa il 60%) all’ex titolare di assegno di mantenimento che non si sia sposato né abbia celebrato una nuova unione civile.
Nel caso in cui l’ex deceduto si fosse unito civilmente con un’altra persona, la parte titolare di assegno di mantenimento dovrebbe suddividere la quota di reversibilità con il nuovo partner superstite.
La stessa regolamentazione si applica nel caso in cui la persona deceduta non abbia ancora raggiunto i requisiti per andare in pensione: l’ex godrebbe della pensione indiretta o l’indennità per morte dividendola, eventualmente, con il nuovo compagno dell’ex morto.
L’assegno a carico dell’eredità, invece, può essere chiesto dall’ex partner agli eredi del defunto. Questa forma assistenziale viene concessa solo se il richiedente, titolare di assegno di mantenimento e non risposato né unito civilmente, dimostri di versare in stato di bisogno cioè non abbia le risorse economiche sufficienti a soddisfare le proprie esigenze primarie. L’assegno è quantificato in proporzione alla quantità degli eredi, alle loro condizioni economiche ed al valore dell’eredità.
Conseguenze dello scioglimento dell’unione civile sul fondo patrimoniale e sull’impresa familiare
Con lo scioglimento dell’unione si scioglie il fondo patrimoniale costituito dalle parti ad eccezione dei casi di utilità ritenuti dal Giudice.
Dopo lo scioglimento, inoltre, la parte cessa di partecipare all’impresa familiare.
Quale documentazione serve per lo scioglimento dell’unione civile
– certificato di unione civile
– stato di famiglia di entrambi gli uniti;
– certificato di residenza di entrambe le parti (certificato di stato di famiglia e di residenza possono essere anche contestuali in unico certificato). Alcuni Tribunali accettano anche l’autocertificazione;
– Copia del documento di identità e del codice fiscale degli uniti;
– Dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni di entrambi gli uniti.
A seconda delle questioni che si dovranno trattare potrebbero essere necessari ulteriori documenti per provare lo stato patrimoniale delle parti. A titolo esemplificativo possiamo citare:
– Resoconti spese;
– Eventuale estratti conti correnti italiani o esteri, Estratti conto titoli e documentazione attestante investimenti finanziari, azionari o obbligazionari;
– Polizze assicurative sulla vita o a capitalizzazione;
– Documentazione attestante proprietà immobiliari anche all’estero o di altri beni fruibili (automobili, barche ecc);
– Contratto di lavoro, buste paghe, benefits percepiti dall’azienda.
I certificati possono essere depositati in carta libera come prevede l’art. 19 della legge n.74/1987 per uso separazione o divorzio e sono esenti da imposta da bollo eccetto eventuali diritti di segreteria pari a pochi centesimi di Euro. Molti comuni li rilasciano anche on-line e hanno la stessa valenza legale di quelli cartacei. I certificati sono validi sei mesi.
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