Matrimonio islamico: natura e celebrazione
La natura e la celebrazione del matrimonio islamico sono molto diverse rispetto al matrimonio concordatario assai frequente in Italia.
In una società multietnica e composita come quella che caratterizza il mondo di oggi, molto spesso può capitare che vi sia la necessità di conciliare credenze religiose e leggi di Paesi molto diversi fra loro, come ad esempio nel caso di matrimoni fra persone di diversa nazionalità e religione. Immaginiamo, ad esempio, il caso in cui si debba celebrare un matrimonio islamico, ci troveremo di fronte un rito molto diverso da quello cattolico, che normalmente siamo abituati a vedere.
Il matrimonio islamico non è un atto religioso
Diciamo subito che nell’Islam, il matrimonio è considerato un contratto di natura privatistica fra un uomo e una donna, che è solo basato su precetti religiosi: benché infatti non si celebri in un luogo di culto e non vi sia la presenza di ministri religiosi, il Corano e la Summa esortano i credenti a sposarsi. Siamo, dunque, in presenza di un istituto particolare, che anche se non considerato un atto religioso come per i cattolici, trova il suo fondamento nei testi sacri islamici.
Gli elementi essenziali del matrimonio islamico
Nel matrimonio islamico sono previsti alcuni elementi essenziali. Il futuro sposo deve chiedere la mano della sposa al suo curatore matrimoniale, il wali, che solitamente è il parente maschio più prossimo. Per essere valido devono essere verificati: la capacità e il consenso delle parti, la forma o l’espressione del consenso. Per quanto riguarda la capacità delle parti, il futuro sposo è considerato capace di contrarre matrimonio se sano di mente e abile a consumare il matrimonio. Anche per la futura sposa valgono gli stessi requisiti ma è necessario che sia musulmana oppure cristiana o ebrea.
Il perfezionamento del matrimonio e i suoi impedimenti
Il matrimonio islamico si perfeziona con l’espressione del consenso: il wali deve recitare precise formule. Per esempio se è il padre della sposa dovrà dire “io ho dato mia figlia in matrimonio”, mentre lo sposo deve semplicemente dichiarare di accettare di ricevere la sposa. Lo scambio dei consensi deve avvenire in forma pubblica, alla presenza di due testimoni maschi, puberi e liberi. Anche il matrimonio islamico prevede degli impedimenti, tra questi alcuni sono simili a quelli previsti dal nostro ordinamento civile, come l’impossibilità di sposarsi per i parenti consanguinei o acquisiti, altri sono più curiosi. E’ impedito, per esempio, il matrimonio tra chi è stato allattato dalla stessa nutrice, o balia, perché, secondo la tradizione musulmana, tra i due si instaura una parentela “di latte”; anche un precedente matrimonio per la sposa sarebbe di ostacolo mentre, essendo ammessa la poligamia, un uomo non solo potrebbe sposarsi se già sposato, ma potrebbe avere fino a 4 mogli contemporaneamente!