Come porre fine al matrimonio velocemente e “civilmente”: il divorzio congiunto
Una volta trascorso il tempo necessario dopo la separazione, marito e moglie possono decidere di divorziare. Si tratta di una fase che affrontano diverse coppie e che quindi, per quanto a volte difficile, in tanti avranno probabilmente già vissuto. Anche chi non sia esperto di questioni legali penserà, correttamente, che la cosa migliore sia raggiungere un accordo con la controparte, così da presentare una domanda di divorzio congiunto. Certo, non sarà sempre facile: ottenere un “buon” accordo non vuol dire trovarne uno, qualunque esso sia.
Non bisogna dimenticare poi che il divorzio costituisce un momento in cui si è spesso costretti a rivisitare il passato, magari infelice e doloroso. Se, quindi, con la separazione si era già vissuta una prima volta questa amara sensazione, adesso con il divorzio si potrebbe, nuovamente, doverla rivive. Riaprire vecchie ferite mai completamente rimarginate potrebbe rappresentare un momento decisamente stressante, soprattutto in presenza di figli.
I disagi crescono ancora di più se i rapporti tra i due coniugi sono rimasti altamente conflittuali e per nulla cordiali. Nonostante il tempo trascorso, l’altro coniuge potrebbe non darsi ancora pace. Ma anche entrambi potrebbero continuare a covare sentimenti di rancore o rabbia l’uno nei confronti dell’altro oppure il desiderio di rifarsi una vita, magari con altri partner, impedisce di vivere lucidamente la fine del matrimonio. Da non sottovalutare inoltre i contrasti che potrebbero nascere quando ci si deve accordare su questioni economiche o sulla gestione dei figli, quando presenti, che può risultare problematica, specie quando abbiamo di fronte un genitore poco collaborativo. E’ il caso, ad esempio, di padri che prima si prodigano a chiedere week end e giorni infrasettimanali per poi, all’ultimo minuto, disdire con varie ed improbabili scuse, o di genitori poco presenti, per non dire assenti. Ma anche di madri che nel giorno in cui i figli devono stare col papà, raccontano – immancabilmente e sistematicamente – che i bambini non possono andare perché ahimè si sono ammalati, hanno ancora i compiti da fare o sono stati invitati a gite, pranzi e festicciole varie.
Un accordo che riduce traumi e tempi
Di fronte a tutto questo, e molto altro ancora, potrebbe apparirci pressoché impossibile riuscire a venirne a capo con un accordo che possa soddisfare le esigenze di entrambi.
Eppure, quella del divorzio congiunto, sarebbe una soluzione che porterebbe vantaggi sia all’uno sia all’altro. Innanzitutto, permetterebbe un doppio risparmio, economico e di tempo, proprio perché, partendo da un accordo che considera le esigenze di entrambi i coniugi, aiuterebbe ad accorciare notevolmente le fasi più complesse di una normale causa di divorzio. Non solo: il divorzio congiunto potrebbe aiutare anche a ridurre l’impatto traumatico a livello emotivo e psicologico sui coniugi e soprattutto sui figli coinvolti. Si pensi all’impatto che possa avere una lunga ed estenuante battaglia legale sulla ex coppia o, dove presenti, sui figli. Tribunale, Giudici, udienze diventano termini di uso comune durante una causa di divorzio e talvolta proprio i figli possono essere coinvolti direttamente se viene richiesta la loro audizione.
In certi casi, poi, possono essere necessarie consulenze psicologiche, indagini contabili, il tutto si allunga ulteriormente quando invece questo potrebbe agevolmente essere evitato ricercando, responsabilmente e il prima possibile, un accordo per tutti vantaggioso. Anche il divorzio dunque deve essere affrontato con la dovuta attenzione. Nonostante le trattative possano non presentarsi semplici, aprire canali di comunicazione agevola il dialogo e questo potrebbe favorire un punto d’incontro.
La procedura per il divorzio congiunto
Per poter accedere al divorzio congiunto è necessario che i coniugi abbiamo raggiunto un accordo rispetto alle condizioni riguardanti i loro rapporti economici e, dove presenti, i figli e che presentino una domanda unica di divorzio.
Dopo il deposito del ricorso congiunto, il procedimento si svolge in un’unica udienza. In quella sede i Giudici verificheranno se gli accordi raggiunti sono adeguati e rispettano l’interesse dei minori. Nel caso in cui il Tribunale accettasse il ricorso congiunto, pronuncerà la sentenza di divorzio, altrimenti detta di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio. Il tutto in pochi mesi.
Facile affermare che per quanto possa essere difficile anche solo l’idea di riprendere i contatti e iniziare un dialogo con l’uomo o la donna da cui ci si è separati, trovare un accordo per procedere con una richiesta di divorzio congiunto può realmente aiutare tutti i componenti della famiglia a vivere in modo più sereno un momento della vita già di per sé complicato.