Luigi Einaudi
L’8 settembre 1943, temendo di finire come ostaggio nelle mani dei nazifascisti, il settantenne Luigi Einaudi (economista, intellettuale liberale, professore e rettore dell’Università di Torino e il futuro presidente della Repubblica Italiana, il primo dal dopoguerra) è costretto a lasciare le sue colline di Dogliani e la sua Torino occupata dalle camicie nere e dalla Wehrmacht.
Raggiunge la Svizzera, attraversando a dorso di mulo il passo del Col Fenêtre nella Valle d’Aosta. È ‘la fuga dei popoli dinanzi al barbaro’, scrive Einaudi nel suo Diario.
Chiede, e gli vengono concessi, asilo, rifugio e protezione in Svizzera, e gli viene consentito, dalle Autorità elvetiche, di trattenervisi sino alla fine della II Guerra mondiale.
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