L’assegno di divorzio: come muoversi per non farsi sorprendere
Una volta maturati i tempi per chiedere il divorzio, i due coniugi possono decidere di procedere con il definitivo scioglimento del matrimonio. Indipendentemente da quanto accaduto in sede di separazione, in questa fase vengono comunque effettuate le analisi economiche necessarie per poter definire l’eventuale assegno divorzile. Non sempre però i coniugi sono a conoscenza della reale situazione economica del partner.
Sono frequenti, per esempio, quei casi in cui la moglie, che per l’intera durata del matrimonio ha svolto un’attività casalinga, non abbia affatto chiaro il quadro economico familiare ed ignori l’ammontare del patrimonio e delle disponibilità economiche del marito. In un simile contesto, senza l’adeguato supporto, la moglie potrebbe incorrere in un grosso rischio: qualora le venisse riconosciuto un assegno divorzile, questo potrebbe essere calcolato su stime approssimative ed essere inferiore alle reali disponibilità del marito. Ecco che quindi risulta essenziale affidarsi a professionisti che aiutino il coniuge a fare luce sull’intera situazione.
Cos’è l’assegno di divorzio
Prima di tutto precisiamo che l’assegno di divorzio o post-matrimoniale è un contributo economico di natura assistenziale: mira cioè a tutelare la parte economicamente più debole della coppia garantendole i mezzi adeguati a mantenere un tenore di vita analogo a quello in essere durante il matrimonio. Per ottenerlo, è indispensabile esaminare il criterio del tenore di vita insieme al contributo fornito alla conduzione della vita familiare dal coniuge in una concezione “composita” dell’assegno di mantenimento per la determinazione del quale deve essere fatta una valutazione più armonica e comparativa delle rispettive condizioni economico-patrimoniali.
E’ bene sottolineare che il coniuge che richiede l’assegno non deve necessariamente trovarsi in stato di bisogno, ma semplicemente in una condizione di svantaggio: lo scopo, infatti, è ristabilire attraverso l’assegno un equilibrio tra le parti dopo lo scioglimento del matrimonio.
Come viene determinato l’assegno di divorzio
Se le parti non trovano un accordo, Il processo di definizione dell’assegno divorzile prevede due fasi.
In primo luogo, il Giudice deve valutare se esiste o meno il diritto in astratto all’assegno, tenendo in considerazione tutta una serie di parametri. Tra questi, imprescindibile è l’analisi delle condizioni del coniuge richiedente cui abbiamo accennato in precedenza.
Se le condizioni in astratto ci sono, il Giudice dovrà allora definire concretamente l’ammontare dell’assegno.
Questa è una fase estremamente delicata nella quale è importante avere un quadro d’insieme completo. Per questo è preferibile rivolgersi ad uno Studio che collabori con un team di professionisti multidisciplinari, che operino su diversi livelli, per avviare eventuali indagini che approfondiscano e chiariscano la condizione economica e patrimoniale di marito e moglie: il loro reddito, gli eventuali immobili di proprietà, le pensioni sociali o d’invalidità e comunque la consistenza dell’intero patrimonio.
Commercialisti, consulenti e perfino investigatori privati, se necessario, lavorano insieme allo studio legale. L’obiettivo è mettere a fuoco il reale stato economico della controparte così come il contributo personale ed economico dato dai coniugi nella quotidianità dei bisogni della famiglia e dell’incremento del patrimonio.
Ecco perché, come nell’ipotesi delineata, è raccomandabile che il coniuge non si lasci tentare da un approccio “fai-da-te”, ma si rivolga a figure professionali qualificate, per tutelarsi al meglio e difendere i propri diritti.