La famiglia anagrafica – Contratto di convivenza
Avvocato Coppie di fatto unioni civili | Studio Legale Marzorati
Questo articolo prende in esame le varie eventualità che possono presentarsi durante una convivenza e al momento della sua cessazione.
Che cosa è «la famiglia anagrafica»
È un insieme di persone che sono legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela, o da vincoli affettivi, che convivono nella stessa casa e hanno la residenza nello stesso Comune.
Da dove risulta la composizione della famiglia anagrafica
Dal certificato di stato di famiglia rilasciato dall’ufficio dell’anagrafe.
Che cosa si intende per «convivenza anagrafica»
Un insieme di persone che normalmente coabitano per motivi che possono essere religiosi, di cura, di assistenza, militari, di studio, di pena o simili (es. conventi, case di cura, caserme, collegi, penitenziari), aventi dimora abituale nello stesso Comune.
Se due persone decidono di convivere senza sposarsi, la loro situazione è disciplinata dalla legge?
Non in maniera obbligatoria. Due persone che decidono di convivere possono mantenere un rapporto libero da ogni vincolo legale oppure scegliere di registrare la loro convivenza, come previsto dalla Legge Cirinnà del 20 Maggio 2016. In questo caso i convivente possono stipulare un contratto nel quale regolamentare gli aspetti economici e patrimoniali della loro unione.
Vi sono casi particolari in cui una coppia convivente ha gli stessi diritti di una coppia sposata
Sì per quanto riguarda il diritto di accesso ai Consultori familiari. In caso di maltrattamenti di un convivente nei confronti dell’altro si ha il reato di maltrattamenti in famiglia (vedere capitolo Violenza, maltrattamenti e abusi).
Se uno dei conviventi sconta una pena detentiva, rispetto ai colloqui e ai permessi vale la regolamentazione prevista per le persone sposate.
Convivere con qualcuno può influire sui rapporti con il coniuge da cui si è separati o divorziati
Sì la convivenza può incidere sulla regolamentazione economica tra due coniugi separati o divorziati.
Ad esempio chi convive con una persona e percepisce un assegno di mantenimento può perdere questo diritto, se la persona con cui convive provvede al suo mantenimento.
Quali sono i diritti di un convivente che collabora nell’impresa dell’altro
Il convivente partecipa in parte all’impresa familiare, anche se è opportuno regolamentare il rapporto.
Quando la convivenza termina, il convivente in stato di bisogno ha diritto ad un sostegno economico da parte dell’altro
No, neanche se la convivenza è durata a lungo a meno che non sia stato stipulato apposito contratto di convivenza.
Se dalla convivenza sono nati figli e questi sono ancora minorenni, come è regolato il loro affidamento e il loro mantenimento quando i genitori cessano di convivere
L’affidamento all’uno o all’altro genitore è stabilito in base al criterio dell’interesse del minore, come per i figli nati durante il matrimonio in caso di separazione.
Se vi è disaccordo, l’affidamento e la collocazione sono decisi dal Tribunale ordinario. Anche dopo la cessazione della convivenza il genitore ha l’obbligo di mantenere e assistere il figlio che conviva con l’altro genitore.
Quale dei conviventi ha diritto di restare nell’abitazione quando la convivenza cessa
Il proprietario e l’intestatario del contratto d’affitto, salva ovviamente la possibilità di diverso accordo tra le parti. Tuttavia non è lecito «cacciare» l’altro convivente da casa: ogni contrasto dovrà essere risolto dal Giudice.
E se i conviventi hanno figli?
Quando i genitori si lasciano, il genitore che ha l’affidamento di un figlio minorenne (o maggiorenne, ma non ancora autosufficiente) o che vive prevalentemente con lui nell’ambito di un affidamento condiviso (collocazione) ha diritto di chiedere l’assegnazione della casa, anche se non è proprietario dell’immobile e anche se non è il titolare del contratto di locazione.
Occorre rivolgersi al Tribunale ordinario.
Se la convivenza cessa e il convivente titolare del contratto di locazione se ne va, l’altro convivente ha diritto a che il contratto sia intestato a suo nome
Sì, se vi sono figli minori a lui affidati o con lui collocati.
Che cosa accade se uno dei conviventi muore
Il convivente superstite non ha diritto all’eredità né alla pensione di riversibilità.
Che cosa accade se uno dei conviventi muore e l’appartamento era di sua proprietà
L’appartamento spetta agli eredi legittimi del defunto.
Il convivente superstite potrà continuare ad abitarlo soltanto in determinati casi o se l’altro ne aveva disposto con testamento in suo favore.
Che cosa accade se uno dei conviventi muore e la casa era in locazione
Il convivente superstite ha diritto di subentrare nel contratto di locazione.
C’è qualche modo per tutelare il futuro della coppia convivente
Si possono regolare, con un contratto di convivenza.
Ciascun convivente può anche lasciare beni in eredità all’altro, sempre nel rispetto delle quote che spettano agli eredi legittimi. Si può inoltre stipulare il contratto di locazione a nome di entrambi i conviventi.
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