Come diventare marito e moglie secondo la legge italiana | Matrimonio civile o concordatario
Diventare marito e moglie secondo la legge italiana è possibile con la celebrazione del rito civile o concordatario.
Generalmente l’elemento che determina i cambiamenti più evidenti tra le varie tipologie di celebrazione è la religione che impone cerimonie diverse tra loro. Indipendentemente dal tipo di rito, comunque, sono previste specifiche modalità per conferire validità legale al matrimonio.
Il matrimonio civile
Partiamo innanzi tutto con il matrimonio civile, che è un matrimonio laico e produce immediatamente effetti legali, primi tra tutti i diritti e doveri stabiliti dal codice civile. Per potersi sposare con rito civile sono necessari alcuni requisiti: i due sposi devono ad esempio essere maggiorenni, non essere stati interdetti e non avere tra loro rapporti di parentela, affinità o adozione.
Il matrimonio canonico e quello concordatario: la trascrizione
Il matrimonio così come descritto dalla Chiesa Cattolica, invece, è un rito esclusivamente religioso e, in sé e per sé, non produce invece effetti civili essendo regolato esclusivamente dal diritto ecclesiastico. Per far sì che il matrimonio produca effetti legali è necessario che questo venga trascritto nei registri dello Stato civile, dopo di che si definisce matrimonio concordatario.
Se gli sposini vogliono diventare marito e moglie anche agli occhi della legge, devono far trascrivere il matrimonio presentando, per mano del sacerdote celebrante al comune nel quale si sono sposati, opportuna richiesta entro 5 giorni dalla cerimonia.
La trascrizione può anche essere fatta successivamente (trascrizione tardiva), su richiesta di entrambi i coniugi o anche di uno solo di essi, a patto che l’altro ne sia a conoscenza e non si opponga alla richiesta. Questo significa che non è possibile la trascrizione dopo l’eventuale morte della moglie o del marito.
Il matrimonio nelle altre confessioni religiose
È importante sottolineare che il matrimonio celebrato da un ministro di un culto acattolico è a tutti gli effetti un matrimonio civile e non rappresenta un ulteriore tipo di matrimonio: il ministro del culto in questione agisce, infatti, come delegato dall’autorità dello Stato. Quindi se il matrimonio viene celebrato da soggetto opportunamente delegato non prevede il passaggio della trascrizione, come invece avviene per il matrimonio cattolico.