Cosa succede al giudizio di adozione del minore se marito e moglie si separano
Cosa avviene quando il giudizio di adozione del minore si scontra con la crisi coniugale della coppia e marito e moglie si separano? La lunghezza del processo di adozione può in alcuni casi far sì che le ultime fasi della procedura si compiano in una situazione anche molto diversa rispetto a quella iniziale o a quella durante la quale il Tribunale ha accertato l’idoneità dei coniugi a diventare genitori adottivi. Mentre sembra finalmente giungere al traguardo la speranza di avere un bambino, tra i coniugi si rompe qualcosa: il loro legame è messo a dura prova e si accorgono che l’amore sta svanendo. In questi casi, oltre alla paura ed allo smarrimento della fine dell’unione, potrebbe subentrare anche il timore di vedere svanire il sogno di essere genitori. Dobbiamo precisare, però, che anche se i rapporti fra i coniugi si dovessero deteriorare al punto da rendere inevitabile la separazione, questo non necessariamente porterebbe all’interruzione della procedura di adozione.
Il Tribunale deve salvaguardare l’interesse dell’adottato
Nel caso in cui la coppia decidesse di separarsi durante l’affidamento preadottivo, la procedura prevista per l’adozione può comunque completarsi: su istanza di uno dei coniugi o di entrambi, si può procedere all’adozione nei confronti di uno solo o di entrambi i genitori. Il Tribunale è a questo punto tenuto a ripetere la procedura di valutazione dell’idoneità del singolo o della coppia, per accertare la capacità di garantire al minore stabilità economica, affetto ed educazione. Poiché l’obiettivo principale è salvaguardare l’interesse del bambino, se il Tribunale accerta che l’affidamento sta procedendo bene e che si è creato un legame importante fra il minore e la famiglia adottiva, può decidere di far proseguire la procedura di adozione nonostante i problemi fra i genitori adottivi: in questo caso la logica dei Giudici è quella di anteporre l’interesse del bambino rispetto al requisito della coppia sposata, con l’obiettivo di evitare ulteriori traumi al minore.