Addebito della separazione in caso di violazione dei diritti della personalità: possibile
Avvocato Separazione | Studio Legale Marzorati
Addebito della separazione
Nel giudizio di separazione è possibile far pronunciare l’addebito nei confronti del marito o della moglie quando assumono un comportamento che realizza una violazione dei diritti della personalità dell’altro e dei suoi diritto fondamentali.
Quando si parla di addebito della separazione si prendono in considerazioni gravi violazioni ai doveri matrimoniali che non sono solo l’obbligo di fedeltà o di assistenza morale e materiale o, ancora, di coabitazione e collaborazione reciproca.
Anche il rispetto della personalità dell’altro coniuge nonché dei suoi diritti costituzionalmente garantiti devono essere considerati importanti come gli doveri matrimoniali. Questi concetti derivano dal principio costituzionale di uguaglianza tra i coniugi ma, anche, da un’interpretazione costituzionalmente orientata dell’obbligo di assistere moralmente il proprio consorte. La questione più importante quando si affronta un giudizio di separazione, ai fini della richiesta dell’addebito, sarà sempre l’individuazione della migliore strategia probatoria da prospettare al Giudice.
Si può chiedere l’addebito in caso di contrasti religiosi?
Cosa può accadere, ad esempio, nel caso in cui il marito impedisca alla moglie di professare la propria fede oppure che imponga i dettami del proprio credo religioso alla famiglia.
Occorre precisare che non è permesso a nessuno, neppure al coniuge, di impedire l’esercizio della propria confessione religiosa, sempre che questo avvenga nel rispetto dei doveri familiari. Questo significa che tutto quello che riguarda la religione ed il suo esercizio (convertirsi, professare, praticare ecc.) non è un fattore rilevante in sé e per sé ai fini della separazione con addebito. Il nostro paese è fondato sulla laicità quindi a tutti è permesso di aderire a qualsiasi credo religioso.
Solo nel caso in cui la religione interferisce nella vita matrimoniale, diventando causa principale ed originaria di una crisi irrisolvibile e dell’intollerabilità della convivenza, è possibile utilizzarla come causa di addebito. Il coniuge richiedente, però, dovrà dimostrare che la professione della fede ha portato l’altro a non rispettare i propri obblighi matrimoniali come, a titolo esemplificativo, aver smesso di collaborare in famiglia, aver deciso di non coabitare o aver assunto scelte dannose per il nucleo familiare e per i figli o, ancora, essere stato infedele.
Cosa succede quando si limitano le libertà fondamentali del coniuge
Impedire al coniuge di esercitare le libertà primarie (ad esempio la libertà di circolazione, di manifestazione del pensiero, di informazione, di corrispondenza, di lavorare) garantite dalla costituzione è considerato un comportamento altamente grave da far ritenere provato il nesso causale tra la violazione del dovere coniugale di assistenza morale e l’intollerabilità della convivenza.
In questi casi, quindi, la richiesta di addebito viene accolta con elevata probabilità dai Tribunali.
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