Addebito della separazione: presupposti ed effetti per i coniugi
Avvocato Separazione | Studio Legale Marzorati
L’addebito della separazione si potrebbe definire come una “sanzione” che produce i suoi effetti alla fine della separazione giudiziale dei coniugi a carico della moglie o del marito che abbiano tenuto un comportamento contrario ai doveri matrimoniali.
Quando è possibile chiedere l’addebito della separazione
L’addebito può configurarsi se il coniuge ha tenuto un comportamento contrario ai doveri matrimoniali (obbligo fedeltà ossia in caso di tradimento, reciproca assistenza morale e materiale, coabitazione ossia abbandono del tetto coniugale ma anche violazione dei diritti personali del coniuge e/o dei figli, maltrattamenti in famiglia) che sia causa esclusiva della crisi matrimoniale.
Il comportamento ommissivo o commissivo (almeno colposo) è rilevante solo se è la causa principale della crisi e quindi dell’intollerabilità della convivenza. Il comportamento dell’altro coniuge non deve dunque essere l’affetto su un matrimonio ormai divenuto stantio, dove magari marito e moglie vanno avanti solo per forza di inerzia.
Come si chiede e come si prova l’addebito
La richiesta di addebito si deve formulare contestualmente al ricorso per la separazione giudiziale oppure, per il coniuge convenuto, al momento della comparsa o della memoria difensiva.
Il coniuge che chiede di addossare la responsabilità, o la colpa, all’altro deve dare la prova dell’esistenza di un correlazione c.d. nesso causale tra il comportamento dell’altro e l’intollerabilità della convivenza. Ciò significa che la violazione deve essere la causa originaria della crisi e non un effetto derivante da una relazione già logora, dove i coniugi magari litigano quotidianamente per ogni pretesto oppure, all’opposto, si ignorano, tollerando comportamenti indifferenti da parte della moglie o del marito.
All’esito dell’istruttoria (sentiti ad esempio i testimoni, letta la perizia del CTU ossia del Consulente Tecnico d’Ufficio, letta la relazione degli assistenti sociali, visionato le foto e i video di un investigatore privato, visionato i documenti prodotti ecc.) il Giudice dovrà analizzare la situazione e le prove fornite, comparando anche il comportamento complessivo di entrambi i coniugi. Il Giudice è l’unico a poter decidere se concedere o meno l’addebito.
In questa fase potrebbe essere importante predisporre indagini, anche con l’aiuto di apposite agenzie investigative, al fine di ottenere le prove necessarie in causa, nel rispetto dei limiti previsti dalla normativa. Per questo motivo è fondamentale rivolgersi ad uno Studio legale, possibilmente specializzato in separazione, divorzio e diritto di famiglia. Gli Studi legali sono generalmente affiancati da consulenti tecnici (investigatore privato, psicologo, neuropsichiatra infantile, commercialista, tributarista ecc.). Sarà poi compito dell’Avvocato concordare insieme al Cliente la strategia processuale migliore da adottare in Tribunale.
Addebito della separazione in caso di tradimento
Il tradimento è una violazione dell’obbligo di fedeltà tra moglie e marito. Nei giudizi di separazione è una causa che frequentemente porta alla pronuncia di addebito in capo al coniuge infedele. Non è corretto pensare che in presenza di un tradimento si possa sempre chiedere l’addebito.
Il presupposto affinché venga addebitata la separazione al coniuge infedele è il nesso di causalità tra il tradimento e l’intollerabilità della convivenza: deve essere dimostrato al Giudice che l’infedeltà è stata la causa scatenante della rottura dell’unione e, quindi, della volontà di separarsi.
Se, invece, la relazione extraconiugale inizia dopo una crisi già in atto, semplicemente perché era finito l’amore o per altre incompatibilità, sarebbe difficile ottenere la pronuncia di addebito.
Il Giudice, inoltre, deve sempre compiere una valutazione comparativa delle condottedei due coniugi perché il comportamento di ciascuna parte dovrà essere considerato in funzione di quanto fatto dall’altro.
Per chiedere l’addebito non è necessario che ci sia stata una relazione sessuale, pertanto in linea di principio anche un rapporto platonico può portare all’accoglimento della domanda.
È comunque necessario che il comportamento sia di una certa gravitào che procuri degli effetti di una certa gravità. Pensiamo, ad esempio, a ciò che potrebbe avvenire su una pagina Facebook qualora il marito incominci a corteggiare altre ragazze del gruppo, scrivendo continuamente frasi strane, inviando emoticons (i classici cuoricini, faccine, like), postando foto molto equivoche o vantandosi – non troppo velatamente – delle proprie conquiste.
In tali casi è estremamente utile chiedere la consulenza di un legale che valuti, caso per caso, l’esistenza – o meno – dei requisiti per chiedere l’addebito e delle prove che devono essere prodotte in causa.
Addebito in caso di allontanamento (abbandono) dalla casa coniugale
La coabitazione tra i coniugi è uno dei doveri principali nel matrimonio. Abbandonare senza motivo la casa coniugale, sebbene non sia più considerato reato a sé stante, può essere motivo di addebito della separazione se si fornisce la prova che esso abbia costituito la causa scatenante della crisi ed il motivo originario che ha portato i coniugi a separarsiper l’intollerabilità della convivenza
Quando il coniuge, oltre che lasciare l’abitazione familiare senza motivo, diventa anche irrintracciabile ed interrompe ogni rapporto con il partner e con i figli, lasciandoli privi del necessario sostentamento e di quanto occorre per soddisfare i loro bisogni primari, può rendersi responsabile del reato di violazione degli obblighi di assistenza familiare, punibile fino ad un anno di reclusione.
Si può ottenere l’addebito in caso di mancato mantenimento?
Tra i doveri che nascono con il matrimonio c’è l’obbligo di contribuire ai bisogni della famiglia ed al mantenimento, all’istruzione ed all’educazione dei figli.
Non esiste una casistica tassativadelle condotte che causano la violazione dell’obbligo di contribuzione ma, per esemplificare, possiamo dire che privare la famiglia del necessario per vivere, non lavorare o rifiutare un’occupazione senza giustificato motivo, non rendersi parte attiva per risolvere i bisogni dei familiari, spendere molto denaro per futilità fino a sperperare il patrimonio familiare, sono tutti comportamenti che possono configurare il mancato rispetto del dovere di ciascun coniuge.
Quando la mancanza del coniuge diventa cronica, volontaria o grave a tal punto da rendere difficoltoso il sostentamentodell’altro partner o dei figli, la mancata contribuzione può diventare motivo di addebitodella separazione.
Addebito in caso di moglie o marito alcolizzati
L’assistenza morale e materiale, che i coniugi devono garantirsi a vicenda, è uno dei principali doveri matrimoniali. I Tribunali hanno spesso ritenuto l’abuso di alcol, da parte del marito o della moglie, come causa di addebito nel caso in cui vada ad alterare la vita di coppiae sia la fonte del deterioramento del sostegno materiale e morale che deve essere garantito al partner.
In linea generale, quindi, se il coniuge è gravemente alcolizzatoè possibile fare domanda di addebito ma si deve riuscire a precisare il nesso di causalità tra questo problema e la perdita del cosiddettoaffectio coniugalis, ossia il sentimento di reciproco amore, rispetto e collaborazione che deve sorreggere il legame matrimoniale.
È possibile riconoscere l’addebito in caso di mobbing familiare o maltrattamenti?
Il concetto di mobbingviene applicato solitamente nell’ambito di questioni lavorative ma ultimamente ha trovato riconoscimento anche nel contesto familiare per illustrare una condizione di maltrattamenti fisici o psicologici ai danni del coniuge o dei figliche dura nel tempo.
Per quanto riguarda il giudizio di separazione l’atteggiamento oppressivoall’interno della coppia, anche se non sfocia in vere e proprie violenze, può essere causa di addebito della separazioneladdove si riesca a provare che tale comportamento del coniuge risulti essere la causa che rende intollerabile la convivenza.
Parzialmente diverso è il discorso in tema di violenze fisiche.
Il maltrattamento, in questo caso, può essere causa di addebito della separazione, anche se episodico e non continuativo, ed esonera il Giudice dal comparare il comportamento del coniuge vittima della violenza.
Addebito in caso di violazione di libertà fondamentali
Impedire al coniuge di esercitare le libertà primarie (ad esempio la libertà di circolazione, di manifestazione del pensiero, di informazione, di corrispondenza, di lavorare) garantite dalla costituzione è considerato un comportamento altamente graveda far ritenere provato il nesso causale tra la violazione del dovere coniugale di assistenza morale e l’intollerabilità della convivenza. In questi casi, quindi, la richiesta di addebito viene accolta con elevata probabilità dai Tribunali.
Sentenza di separazione con addebito, quali conseguenze?
Gli effetti dell’addebito hanno natura patrimoniale.
– Mantenimento: una delle conseguenze più importanti è la perdita del diritto a ricevere l’assegno di mantenimento, cioè il contributo che uno dei coniugi versa in favore dell’altro, se economicamente più debole. Questo contributo viene definito in funzione dei redditi percepiti, delle condizioni patrimoniali di entrambi e della durata dell’unione al fine di garantire un tenore di vita il più possibile simile a quello goduto in costanza di matrimonio.
Se il coniuge più debole dal punto di vista economico ha commesso azioni tali da ritenere che la separazione gli possa essere addebitata, quindi, non ha diritto all’assegno.
– Alimenti: il coniuge a cui è stata addebitata la separazione ha diritto ad ottenere la corresponsione di un assegno alimentarenel caso in cui non sia in grado di ottemperare ai propri bisogni primari per cause a lui non imputabili o per limiti fisici.
Gli alimenti, quindi, sono diversi dal mantenimento in quanto devono garantire solo il sostentamento del coniuge indipendentemente dai redditi dell’altro e dal precedente tenore di vita.
Effetti della separazione con addebito sulla pensione di reversibilità e gli aspetti successori
Il coniuge cui è addebitata la separazione non diventa erededell’altro in caso di sua morte. Sarà possibile ottenere un assegno vitalizio a carico dell’eredità del defunto solonel caso in cui il superstite fosse titolare di un assegno alimentare ed in proporzione al complesso dei beni ereditari ed al numero degli eredi.
Rimane vigente il diritto di ricevere la pensione di reversibilità, la pensione indiretta o l’indennità per morte.
Le violazioni del coniuge possono portare anche ad un risarcimento danni?
Se il comportamento del coniuge è talmente grave da configurare un illecito che possa provocare un danno ingiusto di cui all’art. 2043 c.c., è possibile che questi sia condannato al risarcimento del danno in favore del richiedente.
Dobbiamo precisare che tale domanda non dipende in maniera diretta dall’addebito ben potendo essere avanzata anche in via autonoma ed anche nel caso in cui non sia stata formulata richiesta di addebito durante il procedimento di separazione (quindi anche a seguito di una separazione consensuale).
Per esempio, se il coniuge separato ha scoperto dopo la separazione una grave infedeltà che va a ledere la sua dignità, magari perché l’amante è una persona di famiglia, e riesce a dimostrare di essere caduto in depressione a causa di tale fatto potrà chiedere di essere risarcito dei danni in un procedimento separato, anche se non è stato mai esaminato l’addebito della separazione.
La domanda di risarcimento danni, comunque, potrebbe essere formulata anche durante il procedimento di separazione in aggiunta a quella di addebito.
Separazione con addebito può avere conseguenze su affidamento dei figli?
No, l’addebito rileva sul rapporto coniugale e non su quello genitoriale quindi la pronuncia di addebito in quanto tale non ha conseguenze sull’affidamento o la collocazione dei figli.
Ovviamente se il comportamento che porta alla pronuncia dell’addebito ha conseguenze sui figli (per esempio gravi maltrattamenti o forte stato di alcolismo del genitore), esso verrà valutato in relazione all’idoneità a svolgere il ruolo di genitore.
Tale valutazione, comunque, è diversa da quella compiuta per l’addebito e deve essere svolta attraverso consulenze psicologiche molto approfondite.
Esiste l’addebito in caso di divorzio giudiziale o consensuale?
Non esiste il divorzio con addebito. La domanda di addebito può essere chiesta solo in fase di separazione giudiziale.
© Avv. Andrea Marzorati – Vietata la riproduzione anche parziale (tutti i contenuti sono protetti dal diritto d’autore)