Suocere invadenti e abbandono del tetto coniugale
Italiani popolo di mammoni…eterno luogo comune che però ha un fondo di verità. Con i giovani sempre più in difficoltà nell’emanciparsi dalla famiglia di origine a causa dell’emergenze occupazionali e immobiliari, per citare quelle più macroscopiche, tra genitori e figli il cordone ombelicale è duro da spezzare. Chiamate in causa più di tutte sono le mamme che nel dare amore, spesso faticano a lasciare ai figli la dovuta indipendenza. Quando i figli volano via dal nido e, magari, si sposano, queste mamme diventano suocere ed il pizzico di invadenza e indiscrezione fino a ieri tollerato, se coinvolge la nuova coppia, può diventare un problema.
Statisticamente è il rapporto tra la moglie e la madre del marito a essere maggiormente a rischio di tensioni e conflitti. La prima perché teme il confronto con la figura materna e finisce per sentirsi sotto esame; la seconda perché, timorosa di perdere l’affetto del figlio, non muta il modo di comportarsi dopo le nozze, con la conseguenza di compromettere la privacy della nuora e della coppia in generale.
E’ per tutti facile da immaginare che, a causa di una simile intromissione, l’equilibrio tra i coniugi possa risentirne. La presenza costante della suocera dà vita a nervosismi e attriti aggravati dal comportamento del marito che si schiera in difesa della madre o ne accetta passivamente le intromissioni senza dire nulla. La suocera non rispetta la privacy degli sposi, arrivando persino a presentarsi nella loro casa senza preavviso ed accedervi anche quando nessuno è presente.
Dopo anni di tolleranza, la moglie potrebbe arrivare alla fine della sopportazione e decidere di andarsene definitivamente, abbandonando il tetto coniugale. Il marito, deluso e arrabbiato per una simile scelta, potrebbe decidere di chiedere la separazione, convinto che il comportamento della donna possa giocare in suo favore.
Abbandono della casa familiare e addebito della separazione
L’abbandono volontario e unilaterale della casa coniugale, seguito dal rifiuto di farvi ritorno, può rappresentare motivo per ottenere la separazione con addebito. L’abbandono, infatti, costituisce violazione dell’obbligo di coabitazione, obbligo che nasce dal vincolo matrimoniale e che i coniugi sono tenuti a rispettare..
Però bisogna considerare il fatto all’interno del suo contesto. Se infatti l’allontanamento dalla casa familiare non è la causa che determina la crisi tra marito e moglie ma è la conseguenza di problemi irrisolvibili già in atto oppure è l’effetto della condotta intollerabile dell’altro coniuge, non potrà esserci addebito.
L’abbandono dell’abitazione coniugale da parte della moglie sarebbe solo la conseguenza di una crisi che dura da anni e che deriva dall’intromissione continua della suocera nella vita della coppia, quindi è davvero improbabile che venga pronunciato l’addebito a suo carico. Stessa cosa potremmo dire se l’abbandono fosse causato da gravi motivi, come la violenza del coniuge, o da una crisi che dura da mesi o anni che rende insopportabile l’idea di continuare a vivere sotto lo stesso tetto.