Quando le molestie in famiglia diventano mobbing o stalking
Dieci anni di convivenza coniugale e la persona che prima amavamo inizia ad assumere atteggiamenti via via sempre più arroganti, offensivi per non dire tirannici magari approfittando del nostro carattere pacato. Riversare sull’altro problemi e nervosismi, rimproverarlo per le più banali motivazioni e denigrarlo anche in presenza di amici e parenti. Qualsiasi ragione buona per mortificarlo: dal modesto impiego alla non più atletica forma fisica.
Quando da mogli o mariti realizziamo di essere diventati, di fatto, un capro espiatorio arriva il momento in cui riusciamo a dire basta, e lasciare che tutto finisca. Storie del genere sono all’ordine del giorno e, spesso, è davanti al Giudice della separazione che queste realtà vengono sviscerate per ottenere l’addebito della separazione ai danni del coniuge che ha distrutto l’unione con le sue subdole prepotenze, anche psicologiche. In simili situazioni, negli ultimi anni, i Giudici hanno riscontrato veri e propri fenomeni di mobbing familiare.
Dal mobbing familiare allo stalking
Nelle situazioni più gravi, quando l’altro non si rassegna ed è incapace di accettare l’abbandono, potrebbero anche subentrare veri e propri comportamenti persecutori: telefonate a tutte le ore, minacce, pedinamenti, atti di vandalismo, sono solo esempi di azioni ossessive che rendono la vita impossibile.
Dal 2009 è stato introdotto un vero e proprio reato per tutelare le vittime di queste azioni, oggi comunemente conosciute come stalking ossia “sindrome del molestatore assillante”. Il termine indica tutti quei comportamenti assillanti e invasivi della vita altrui che vengono messi in atto e ripetuti consapevolmente. Si tratta di atti persecutori intenzionali che mirano a provocare nella vittima un grave stato di ansia e paura se non addirittura il timore per la propria incolumità o quella delle persone più vicine (un figlio, un parente, ma anche chiunque sia legato da una relazione affettiva).
E’ bene ricordare che chi è vittima di simili tormenti non deve esitare ad agire per timore di ritorsioni; potrà infatti ottenere dal Tribunale dei provvedimenti di protezione anche prima dell’eventuale inizio del procedimento di separazione. Questo deve invogliare a denunciare il comportamento del partner, o dell’ex, che potrà essere combattuto civilmente, con l’addebito della separazione, e penalmente con una severa sanzione.