L’assegno di divorzio dopo una convivenza matrimoniale lampo
Divergenze di opinioni, abitudini inconciliabili, differenze culturali. La convivenza che si instaura durante il matrimonio può portare alla ribalta aspetti del carattere, della personalità o del bagaglio socio-culturale dei due coniugi fino ad allora rimasti in secondo piano.
Può accadere, ad esempio, che marito e moglie, di etnie diverse, si rendano conto di quanto le rispettive influenze culturali e le tradizioni di ciascuno siano incompatibili con la quotidiana gestione della vita di coppia. Senza basi condivise e una comune prospettiva familiare, l’affetto non basta da solo per poter garantire alla relazione un futuro saldo. Dopo soli pochi mesi di vita coniugale, quindi, i due scelgono di separarsi. Ciascuno prende la propria strada e la moglie decide di fare ritorno a casa, nel suo Paese d’origine.
La vita dei due coniugi prosegue così su binari paralleli, distanti l’uno dall’altro, finché il marito non decide di convolare a nozze con una nuova compagna. La separazione però non prevede la possibilità di contrarre un nuovo matrimonio, ragione per cui l’uomo si decide a chiedere il divorzio dalla moglie
Le conseguenze di un matrimonio breve
Benché il matrimonio abbia avuto durata breve, la moglie potrebbe chiedere e ottenere un assegno divorzile. Naturalmente, è indispensabile che vi siano i presupposti per poterlo ricevere. La durata del matrimonio non rappresenta di per sé un criterio per ottenere l’assegno di mantenimento. Piuttosto costituisce un parametro che può influire nella determinazione del suo ammontare.
Dobbiamo, però, porre la dovuta attenzione a due ordini di fattori.
La “reale” durata del matrimonio
Secondo la legge, la durata del matrimonio non si esaurisce con la fine della convivenza coniugale né tantomeno con la pronuncia della separazione. Il matrimonio viene sciolto unicamente dalla sentenza di divorzio. Perciò, fino a quel momento, anche se separati, i due coniugi restano legati dal vincolo matrimoniale. Ai fini del calcolo e del riconoscimento dell’assegno divorzile, quindi, sarà considerato pure il periodo della separazione.
La comunione materiale e spirituale
Il matrimonio prevede la comunione materiale e spirituale dei coniugi. Se questa comunione nel corso della convivenza coniugale non si verifica, per volontà o colpa del coniuge richiedente l’assegno, la sua richiesta potrebbe essere respinta dal Giudice. Per esempio, il coniuge che non ha voluto consumare il matrimonio molto difficilmente otterrà un assegno di divorzio.