Cambiare lavoro per cambiare vita. Le conseguenze sull’assegno divorzile
Il lavoro rappresenta una componente fondamentale nella vita contemporanea: permette a ciascuno di ottenere quell’indipendenza economica necessaria non solo per poter realizzare il proprio progetto di vita – coniugale o meno – ma anche per poter dare libero sfogo alle proprie passioni. Molto spesso però il lavoro finisce per assorbire quelle energie, quell’attenzione e quel tempo libero che invece si vorrebbe dedicare ad altro.
Non è un caso il fatto che stia prendendo piede anche in Europa la cosiddetta pratica del downshifting. Uomini e donne, specie professionisti, decidono di riprendere in mano le redini della propria esistenza: volontariamente scelgono di rinunciare a una parte dello stipendio pur di rallentare i ritmi e godersi di più la vita. E’ con questo spirito che si opta per una riduzione dell’orario di lavoro o per il pensionamento anticipato. Non sempre però la decisione trova la giusta accoglienza da parte del partner o perfino dell’ex.
La diminuzione dello stipendio e l’assegno di divorzio
Col diminuire della disponibilità economica, il coniuge che è chiamato a versare l’assegno divorzile può chiederne la revisione. Ecco perché sono molto frequenti i casi in cui la scelta dell’ex marito di ridurre il proprio orario di lavoro o di andare in pensione viene osteggiata dall’ex moglie. Di fatto, la donna potrebbe interpretare la decisione dell’ex come una forma di ripicca nei suoi confronti, che si manifesterebbe nella diminuzione dell’assegno divorzile.
Tuttavia, al di là delle pretese dell’ex, la Cassazione ha stabilito che i cambiamenti economici dovuti a una scelta volontaria dell’ex coniuge rientrano di regola tra i giustificati motivi che prevedono la possibilità di rivedere l’assegno di mantenimento.
Il lavoro, la carriera, il prepensionamento sono scelte che rientrano tra i diritti di libertà della persona e come tali devono essere tutelati. Ecco che, per esempio, l’ex coniuge che decide di cambiare lavoro o passare da un full time a un orario part time, può chiedere, a fronte della diminuzione del proprio reddito, che le/gli venga ridotto l’ammontare dell’assegno di divorzio da pagare.
Procedimento di revisione dell’assegno divorzile
Affinché le condizioni dell’assegno di mantenimento vengano riviste, però, è sempre necessario rivolgersi al Tribunale. Il Giudice, a fronte di una domanda di revisione, dovrà riesaminare la situazione patrimoniale e reddituale dei due coniugi, alla luce delle novità emerse rispetto alla fase di divorzio. Verranno presi in considerazione, tra i vari aspetti, gli eventuali immobili di proprietà o in locazione, le rendite finanziarie, oltre al reddito da lavoro o alla pensione. Sarà solo dopo un’accurata valutazione delle condizioni economiche di entrambe le parti che verrà effettuata la revisione dell’assegno, soprattutto nel caso in cui vi sia un evidente mutamento.
L’ex coniuge che intende anticipare la pensione, cambiare lavoro o ridurre gli orari per avere a disposizione più tempo libero, quindi, non deve temere che questo suo desiderio venga male interpretato dal Giudice nel momento in cui dovesse richiedere una riduzione dell’assegno divorzile. Le decisioni del lavoratore che comportano una diminuzione del suo reddito non sono contestate a prescindere, ma diventano un presupposto per ribilanciare la situazione economica delle parti.