Separazione, mantenimento dei figli | Assegno di mantenimento dei figli
Avvocato Separazione | Studio Legale Marzorati
Come si calcola contributo al mantenimento dei figli
Anche dopo la separazione o il divorzio dei genitori, i figli hanno diritto ad un rapporto continuo ed equilibrato con entrambi così come ad essere educati, istruiti e curati sia dalla madre che dal padre. I coniugi devono versare un contributo al mantenimento che si calcola, tra gli altri criteri, in base alla situazione economica di moglie e marito, del tenore di vita goduto dalla famiglia e dal tempo di permanenza dei figli con ciascuno dei genitori.
L’obbligo di mantenere i propri figli permane indipendentemente dal raggiungimento della maggiore età, fino a quando non sono economicamente autosufficienti.
I genitori devono cercare di assicurare il rispetto di tutte le esigenze dei figli che vanno oltre le spese alimentari e riguardano anche l’abitazione, la scuola, le attività sportive, le necessità sociali e sanitarie e la predisposizione di un’organizzazione che possa garantire la realizzazione di tutti i bisogni che contribuiscono al loro sviluppo psicofisico.
Le regole in vigore in Italia sono le medesime sia in caso di separazione che di divorzio dei genitori.
Quali sono i criteri di determinazione del mantenimento per i figli
Il mantenimento della prole deve essere determinato in misura proporzionale al reddito di ciascun genitore. Questo significa che non rileva solo l’attività lavorativa ma anche il patrimonio in generale di entrambi. Quindi nel caso in cui una mamma o un papà non lavorino ma abbiano un patrimonio ingente e siano abbienti devono comunque corrispondere il mantenimento per la prole.
Oltre ai redditi dei genitori, i criteri che devono essere considerati ai fini della determinazione del contributo al mantenimento sono i bisogni effettivi del figlio, il tenore di vita goduto durante la convivenza dei genitori e i tempi di permanenza con ciascuno dei genitori, anche nell’ottica della valenza economica dei compiti di cura e accudimento.
Cosa succede se i genitori non concordano sull’entità del mantenimento
Se durante il procedimento di separazione o divorzio giudiziale la coppia non si accorda sull’entità del contributo al mantenimento dei figli il Giudice deve valutare gli elementi offerti dalle parti per stabilire sia il tenore di vita goduto dalla famiglia prima della rottura del nucleo sia le attuali condizioni patrimoniali e reddituali di moglie e marito.
Spesso il Giudice svolge un primo calcolo al fine di emettere i provvedimenti provvisori ed urgenti a seguito dell’udienza di prima comparizione, per poi giungere ad una determinazione definitiva a seguito dell’istruttoria.
A tal fine è necessario che il Tribunale non si limiti ad esaminare le dichiarazioni dei redditi che, soprattutto se contrastano con il tenore di vita della famiglia o di ciascuna parte, non sono indicative dell’effettivo stato patrimoniale. In questi casi dovranno essere svolte indagini più approfondite sia dal punto di vista documentale (estratti conti corrente, estratti conti titoli, partecipazioni societarie ecc.) ma anche attraverso accertamenti di polizia tributaria, tramite rogatoria internazionale se ci sono profili internazionali, e ricerca di beni con modalità telematiche con accesso alle banche dati dell’Agenzia delle entrate.
Per questi motivi appare utile rivolgersi ad uno Studio legale che sappia guidare il cliente nella disamina della documentazione propria e dell’ex al fine di intavolare una strategia istruttoria idonea a produrre in giudizio tutti gli elementi che servono al Giudice per la decisione.
Qual è il valore dell’assegnazione della casa familiare
Non esistono criteri di calcolo dell’assegno di mantenimento espressamente indicati per legge, questo significa che i Giudici non possono seguire parametri matematici ma devono orientativamente valutare sia il reddito effettivo che le utilità percepite da ciascun genitore. L’interpretazione dei Tribunali dà alcune indicazioni in merito ed una delle principali è quella di considerare rilevante l’incidenza dell’assegnazione della casa familiare.
Il genitore che vive con i figli nella casa familiare, quindi, avrà un vantaggio economico che deve essere valutato nella suddivisione dei costi e delle spese di ciascuno.
Cosa sono le spese straordinarie e come sono suddivise
Le spese straordinarie non sono tassativamente elencate dalla legge ma possono definirsi come le spese extra che vengono affrontate dai genitori nel mantenimento della prole, laddove per extra si intende tutto quello che non attiene i bisogni primari ed essenziali di sostentamento.
Per fare un esempio possono essere ricomprese in questa categoria: le spese mediche non coperte dal servizio sanitario nazionale, le spese scolastiche (tasse, iscrizione, libri, mensa), le spese per le attività ricreative ed extrascolastiche (corsi pomeridiani, sport, attività ludiche), le spese per viaggi e vacanze.
Normalmente vengono sostenute al 50% da ciascun genitore e non sono calcolate nell’assegno di mantenimento periodico andando ad aggiungersi ad esso, in quanto non preventivamente determinabili, purché siano concordate.
In alcuni casi, però, il Tribunale può sovvertire questa regola stabilendo proporzioni differenti o addirittura dedicandole in modo esclusivo ad uno dei due nel caso in cui un genitore abbia una situazione reddituale sproporzionata rispetto all’altro.
Cosa succede se un genitore non versa l’assegno di mantenimento
Nel caso in cui un genitore non provveda al versamento dell’assegno di mantenimento rischia conseguenze sul campo civile e penale.
Civilmente il genitore potrà subire un procedimento esecutivo da parte dell’altro che potrebbe ottenere il pignoramento del conto corrente, della casa o del quinto dello stipendio fino all’occorrenza del debito accumulato; penalmente potrebbe essere incriminato per violazione degli obblighi familiari e rischiare fino ad un anno di reclusione.
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